jump to navigation

Sindrome post-elettorale (1) aprile 16, 2008

Posted by spotlessmind in Politica e altre inezie.
trackback

Un Paese “quasi” normale

E adesso, colleghi dell’«Economist» e dintorni che consideravate l’Italia un caso clinico? Siamo diventati europei persino noi. Una campagna elettorale noiosa, quindi autenticamente democratica. Votazioni senza incidenti. Neanche un bidone della spazzatura trasformato in seggio o una bufala di scheda travestita da mozzarella. All’ora di cena il capo della coalizione perdente aveva già ammesso la sconfitta e telefonato al capo di quella vittoriosa per le congratulazioni di rito, mentre i segretari dei due partiti di sinistra spappolati dagli elettori si dimettevano con effetto immediato, senza finte né scuse.

Dalla legge elettorale più brutta del mondo è uscito un Parlamento dove, al posto dei soliti ottantacinque clan, siederanno quattro soli gruppi parlamentari. Sulle piazze e nelle redazioni dei giornali non si respira l’aria degli eventi epocali e nemmeno l’adrenalina dell’incertezza che nel 2006 tenne tutti svegli fino alle tre del mattino. I vincitori esultano senza maramaldeggiare. Gli sconfitti si preparano con dignità alla traversata del deserto. E l’ex e futuro capo del governo è un normalissimo leader che non ha legami con potentati economici, meno che mai nel settore nevralgico della comunicazione…

Va bene, colleghi, nel finale mi sono lasciato un po’ prendere dall’entusiasmo. Mettiamola così. Dopo quelli del Grande Fratello e dei Cesaroni, abbiamo comprato all’estero anche il format della democrazia. E lo abbiamo adeguato alle nostre esigenze, inserendo la figura, per noi indispensabile, del padrone.

Massimo Gramellini, La Stampa, 15.4.2008

 

 

Commenti»

No comments yet — be the first.

Lascia un commento